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La Via Contemplativa
"Solo la mano che cancella può scrivere il vero". Meister Eckhart

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Via Contemplativa
La tradizione mistica cristiana è integrata dagli insegnamenti taoisti. La comparazione ed integrazione dei Padri del Deserto, dei mistici come Bernardo di Chiaravalle, Meister Eckhart, Teresa d'Avila e Giovanni della Croce, con gli insegnamenti taoisti delle tradizioni di Lao-zi, Lie-zi e Zhuang-zi, porta a comprendere la dimensione mistica di ognuno nel suo contesto così come ad espandere la propria coscienza verso l'altrui esperienza. I quattro Vangeli contengono il programma di Gesù per rivoluzionare la nostra comprensione della Realtà Ultima così come di noi stessi e degli altri, cioè di tutta la realtà creata. Questo è il Dio che si sta manifestando in ogni momento, dentro ed attraverso di noi così come attraverso tutta la creazione. L'insegnamento di Gesù ci inizia ed istruisce a prendere parte all'avventura cosmica. Come esseri umani, questa è la più affascinante delle sfide, la sfida di diventare pienamente umani. Poiché diventare pienamente umani è diventare pienamente divini. Lo stesso vale per gli insegnamenti di Lao-zi codificati nel Dao Dé Jing. Questi sono l'insegnamento per adattarsi alla verità della completa realtà, alla vacuità dell'Essere e non-Essere. Sia Gesù che Lao-zi prediligevano la gentilezza, la delicatezza e l'abbandono divino. Abbandonarsi nella vacuità d'amore porta a rivivere in noi l'esperienza che ci hanno insegnato. La semplicità ricerca la spontaneità e solo ciò che è essenziale, dando valore ai rapporti umani e considerando l'unione con l'altro l'unica cosa che abbia realmente senso. La solitudine interiore conduce all'integrità della persona, da offrire sia in qualsiasi occasione si entri in relazione con l'altro, sia quando siamo esternamente soli per donarla a Dio, così da non perdersi in pensieri ripetitivi ma identificarsi sempre di più con il proprio Spirito. Il silenzio, infine, è il luogo dove Dio si manifesta: liberi dal rimanere attaccati nevroticamente ai propri pensieri ed emozioni, possiamo far dimorare la nostra coscienza nello Spirito, in un atto di completo abbandono alla spinta vitale che si muove dentro ognuno di noi, lo Spirito Santo, così da scoprire la presenza di Dio al nostro interno. La contemplazione è la base della vita cristiana non come atto fine a se stesso, bensì come mezzo per arrivare ad avere una presenza sempre maggiore nel proprio animo, in ciò che ci costituisce in profondità. Nella pratica arriviamo a contemplare per vivere e vivere per contemplare, fino a che non esiste più differenza fra la mezz'ora di pratica e tutto il resto della giornata. In tal modo la vita diventa contemplazione e la contemplazione vera vita. Abbandonando ogni idea di noi stessi, dei nostri bisogni e della volontà del nostro ego, lasciamo il falso sé per aprirci a chi siamo veramente, a cosa davvero è importante per la nostra vita e alla volontà del nostro Spirito, in un atto di pura presenza in ciò che è essenziale attraverso la semplicità, la solitudine e il silenzio. Senza esperienza mistica, lo stesso testo sacro non può essere compreso nella sua integrità e pienezza, perché mancherebbe della parte migliore così come Gesù fece notare a Marta: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà mai tolta" (Lc 10,41-42). La ricerca del divino è attuata al fine di poterlo poi incarnare nella vita concreta di tutti i giorni. Il dono che riceviamo dall'arrenderci nello Spirito è ciò che possiamo poi ridonare nella vita quotidiana: infatti possiamo donare solo ciò che riceviamo. La contemplazione serve ad eliminare il senso di separazione da Dio che proiettiamo costantemente nella nostra vita, e che è origine e causa di tutte quelle emozioni negative che ci impediscono di vivere in pienezza e libertà. In senso letterale, la parola contemplazione vuol dire "guardare l'interezza della realtà per un tempo prolungato", mentre in senso spirituale significa entrare in uno stato di silenzio per sperimentare la divina presenza. San Gregorio Magno definisce la contemplazione come "la profonda conoscenza di Dio impregnata d'amore". Per questo grande Padre della Chiesa lo stato contemplativo era sia il frutto del ponderare le Sacre Scritture sia un prezioso dono di Dio, uno stato da lui definito "riposare in Dio". Quest'ultimo concetto deriva dall'Antico Testamento nel quale il Sabbath era il tempo caratterizzato dallo stare in attento ascolto, abbandonandosi alle forze rigeneratrici dello Spirito. Nella contemplazione smettiamo di cercare Dio ma dimoriamo, ci abbandoniamo e riposiamo in Dio. Nella contemplazione eliminiamo il senso di separazione dalla realtà. Gli studi teologici e filosofici servono per comprendere cosa dobbiamo andare a ricercare; la contemplazione, al contempo, è determinante per diventare ciò che abbiamo compreso attraverso lo studio teorico. Diventando ciò che sentiamo essere vero, eliminiamo il confine fra conoscitore e conosciuto, così che non ci sia più senso di separazione in ogni cosa. Padre Keating, nel suo libro Manifestare Dio, scrive che nella contemplazione "Dio naturalmente non si avvicina; piuttosto, la costante vicinanza di Dio in ogni momento ed in ogni luogo inizia a penetrare la nostra coscienza ordinaria", così che ciò che di extra-ordinario viene sperimentato durante la contemplazione diventi realtà della coscienza ordinaria. I principi teologici seguono l'insegnamento di Gesù "amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua l'anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il prossimo tuo come te stesso" (Lc 10,27), così da inserire la dimensione contemplativa del Vangelo nella vita di tutti i giorni. Sant'Agostino insegna: "ama e fai ciò che vuoi": mediante la contemplazione ci apriamo all'autenticità presente al nostro interno e abbandoniamo le illusorie richieste dell'inconscio, così da esser certi che tutto ciò che vogliamo sia veramente nella libertà dell'amore.

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