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La Via Contemplativa
"Ama, e fa ciò che vuoi". Sant'Agostino "Quel che fan tutti i santi può farlo un uomo solo: lo vedi, non fan altro che abbandonarsi a Dio". Angelus Silesius
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L'ATTITUDINE CONTEMPLATIVA INSEGNATA DA GESU'
Il capitolo 52 del Siracide è un manuale di preghiera, che a sua volta diventa l'attitudine alla vita contemplativa. La preghiera deve essere volta al bene conosciuto e donata all'intera famiglia umana. Senza ricercare riconoscimento alcuno, ritirandosi dalla tentazione del guadagno. L'umiltà è l'offerta da donare a Dio che ci apre al divino amore. La carità la sua espressione. Dona tutto te stesso in ciò che preghi. Tutto ciò che sacrifichi nella preghiera si amplia esponenzialmente. Sii neutro in ciò che chiedi, sii equanime, altrimenti non sarai esaudito. Nella corretta preghiera ognuno riceve ciò che deve, dunque non occorre voler altro. L'umile preghiera raggiunge la nube della non-conoscenza, la penetra nell'incontro col divino amore, che riempie l'anima, ti purifica, ti trasforma e ti trascende. E ciò finché non siamo completamente umani. L'aiuto del divino amore è bello e necessario come la pioggia in tempo di siccità. Nella Preghiera del Silenzio inseriamo tutto questo in un'unica sillaba che sacrifichiamo nella nube della non-conoscenza. La guida mistica di Gesù verso il Padre è ciò che successe a Gesù sulla croce ed è quello che succede nell'intimo di ogni ricercatore spirituale sulla soglia dell'eternità. Essa è magistralmente espressa nel Salmo 21. Di fronte all'immensità della vacuità d'amore tutto sembra perduto. In effetti, l'intero senso dell'io viene meno. L'ego ha una reazione di disperazione; vorrebbe un aiuto secondo i suoi canoni. Al contrario, la forza del divino amore ci spinge nella vacuità, dove non c'è riferimento per l'ego. Quella straziante assenza è in realtà il più grande dono d'amore. La preparazione contemplativa nello sviluppo di umiltà e carità ci dona la forza per perseverare anche di fronte all'apparente disastro e di continuare nella preghiera, ossia nella direzione in cui ci sta conducendo il divino amore. Nella realtà delocalizzata del divino amore c'è Dio; possiamo esserne certi solo seguendo il flusso d'amore nella nube della non-conoscenza, dove però appare che non ci sia nulla. Nella perfetta umiltà ci accorgiamo che le resistenze, dubbi e paure derivano dalla nostra parte animale ed istintuale che non è ancora arrivata alla maturità umana. In realtà la pura assenza della nube ci apre al divino amore, dove c'è Dio; sperimentiamo l'assenza grazie alla perfetta adesione al flusso di divino amore, dunque alla Volontà di Dio. La notte oscura dello spirito è al suo apice. Le parti istintuali resistono e creano conflitto interiore sotto forma di terrore per il nulla in cui stiamo apparentemente entrando. La purificazione è totale e ci espande nella vacuità dove non c'è meta da raggiungere, dove c'è il non-essere dell'essere. Gesù sapeva bene che la notte dello spirito, in cui si sperimenta la completa assenza, è qualcosa che ha valore assoluto, per questo continua la sua avventura con fiducia nonostante le apparenti avversità. Gesù ci ha testimoniato che entrando nella vacuità dove pare ci sia solo desolazione, in realtà si trova il flusso d'amore divino; la sofferenza che deriva dalle resistenze istintuali è redentiva. Seppur le apparenze manifestino la completa assenza, la pratica contemplativa ci ha insegnato che Dio è più vicino a noi di noi stessi. L'apparente assenza è in realtà la massima presenza, poiché nell'apparire assente, l'ego non crea un'immagine di Dio che limiterebbe l'azione redentrice di Dio stesso. Si raggiunge il culmine dell'inefficacia. Si sperimentano la nostra debolezza e inabilità. La ricerca spirituale che sembrava ampliare la coscienza si realizza nel perdere completamente la coscienza e i punti di riferimento. Nonostante tutte le apparenti sofferenze e privazioni restiamo stabili nel flusso del divino amore che ci sta conducendo alla Fonte Originaria. Il movimento è sempre verso Dio, come sviluppato nella Preghiera del Silenzio che adesso mostra tutto il suo valore ed efficacia. L'esempio di Gesù ci mostra il luogo dove dirigersi senza esitazione, senza fermarsi a nessun apparente mancanza o esigenza. La Coscienza di Cristo ci guida. In questo momento la miseria e la desolazione sono così grandi da non credere più neanche in una salvezza o consolazione. Siamo talmente abbandonati a Dio che non vogliamo più neanche Dio. Nell'assoluta assenza e mancanza di qualunque volontà propria troviamo Dio. Non c'è più neanche la preghiera, intesa come una metodica ben precisa; la preghiera che aveva insegnato l'abbandono completo è divenuta la stessa preghiera contemplativa. Nel completo abbandono Dio risponde e la risposta è personale ma raggiunge ogni membro della famiglia umana. Questo è il valore massimo di carità che un uomo può raggiungere in questa vita. Stiamo vivendo la passione di Gesù dall'interno e realmente. La preghiera discorsiva e soprattutto la lectio divina sulla vita di Gesù, adesso ci danno la via per l'assenza di ogni via. La morte dell'ego e conseguente sofferenza interiore si realizza in un'assenza piena d'amore divino. Siamo trasformati e redenti perché presenti all'origine della vita. L'espansione nella vacuità è continua e inarrestabile, ma adesso non c'è più paura né resistenza. Soltanto gratitudine: la gratitudine che avevamo inserito nella Preghiera del Silenzio mediante la nostra volontà cosciente è divenuta adesso gratitudine divina, che coinvolge l'intero creato. Non c'è un soggetto grato ad un oggetto, tutto risplende di gratitudine per tutto. Non c'è limite né fine, non c'è luogo dove andare seppur presenti in ogni luogo, non c'è espansione nello spazio seppur ampliamento in nessun luogo. Tutto quello che abbiamo coltivato coscientemente e pazientemente nella Preghiera del Silenzio adesso pare moltiplicarsi esponenzialmente seppur essere tutt'altro. Nell'apparente morte dell'ego troviamo la completa unione con Dio nel divino amore che non terminerà mai. Questa è la salvezza nella tradizione cristiana. Mentre le limitazioni della vita terrena perdono completamente valore. Questo è l'inizio della propria eternità. Il Regno di Dio è l'unione con Dio nel divino amore. Include ogni esperienza umana dandogli però un senso di sacralità ed eternità, in pratica dando il vero senso e dignità a tutto. Estratti del testo "La preghiera contemplativa nella Nube della non-conoscenza" di Marco Ragghianti.

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